lunedì 6 ottobre 2014

Report, la pizza napoletana è cancerogena, ecco perchè

Pizza napoletana
Nella puntata del 5 ottobre 2014 di Report si è parlato di uno dei prodotti italiani più famosi e copiati nel mondo, la pizza napoletana.
La pizza è amata davvero da tutti e solo in Italia sono ben 2 milioni le pizze sfornate ogni giorno; eppure questo prodotto così buono nasconde dei segreti.
Nel corso del servizio di Report sono stati elencati i principali problemi:
  • il fumo nero: molto spesso, durante la cottura della pizza, nel forno a legna si vede un fumo nero. Quello è il fumo della combustione che contiene elementi molto dannosi per la salute. Il consiglio è quello di accendere il forno e di aspettare che quel fumo svanisca prima di procedere con la cottura delle pizze;
  • le croste nere: quante volte vi è capitato di ricevere una pizza più che bruciata? Beh, se sotto la pizza ci sono delle crosticine nere, sappiate che ciò non fa bene alla salute. Quelli sono residui di precedenti cotture che andrebbero rimossi prima di cuocere altre pizze. Il problema è che nella maggior parte delle pizzerie la pulizia del forno a legna avviene una volta al giorno, in altri molto più raramente. In quelle croste, da analisi di laboratorio, sono stati rinvenuti idrocarburi, come il benzo(a)pirene, quasi come se stessimo in coda in autostrada e respirassimo i fumi dell'autovettura che ci sta davanti;
  • le scatole per la pizza: ne esistono di tre tipi, ma solo quella in pura cellulosa di colore bianco è la migliore per gli alimenti. In circolazione ritroviamo soprattutto le scatole riciclate che contengono al loro interno inchiostri e altri materiali, derivanti dal riciclo di prodotti già usati, e che con i 90° della pizza appena sfornata non fanno sicuramente bene al nostro organismo;
  • infine, per una pizza più facile da digerire optate per quella con più ore di lievitazione, dalle 24 alle 48 ore: solo così potrete andare a letto senza sentirvi troppo pesanti.


5 commenti:

  1. ma chi se ne frega...ognuno muore come vuole!io mi voglio abboffa e pizz!

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    1. ..giusto, basta che poi nn ci scassi e ti rechi in nospedale a carico nostro..

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  2. è sicuro che muori se mangi quella di pellone la più carbonizzata di napoli

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  3. Napoli non c'entra semmai quei pizzaioli di tutta Italia
    poco attenti a queste cose e in certi casi anche in malafede come quello di utilizzare olio di palma ecc...

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  4. Se proprio c’è qualcosa da migliorare sulla pizza, basta istruire i pizzaioli sulle metodologie giuste, qualche associazione di categoria potrebbe divulgarle. Penso che molti la fanno come hanno sempre fatto perchè così è buona…Non trovo scusabili gli scatolifici che, essendo ditte grandi, non possono non sapere che in una scatola portapizza non ci deve essere la presenza di carta riciclata. Anche il cartoncino semichimico marrone, presentato in trasmissione come valido, ha una percentuale di carta riciclata. Lo dice l’unico produttore italiano di carta semichimica, la Ditta Alce Spa,sul suo sito. Ecco il link: http://www.alceicl.com/cartiera/it_impieghi.php Infatti c’è uno studio del prof.Tateo dell’Università di Milano che dimostra he le scatole con presenza di carta riciclata emanano ftalati cancerogeni.L’unica soluzione valida penso sia quella ideata dalla GEC srl (tel.3356177989) che è stata citata in trasmissione, ovvero plastificare l’interno delle scatole portapizza per renderle sicure come i piattini di carta che usiamo abitualmente. Ecco il link https://www.facebook.com/scatolepizzaxlaSalute
    Se i vassoi da pasticceria e i piatti di carta sono protetti da un film plastico atossico specifico per il contatto diretto con gli alimenti, mi sembra una buona soluzione adottarlo per le scatole portapizza, così quando mangiamo la pizza direttamente sul cartone non ingeriamo componenti pericolose.

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