lunedì 17 febbraio 2014

Il Giappone dei suicidi e della solitudine

Il Giappone è un Paese così lontano dalla nostra Italia, eppure così affascinante e misterioso.
Dietro la sua perfezione ed eccellenza, si nasconde però una brutta realtà, quella del karoshi.
Questo termine non si può e non si deve pronunciare in pubblico: esso vuol dire morte da troppo lavoro.
In effetti, nonostante alcune aziende tendano a nascondere e a ridurre il numero delle vittime da troppo lavoro, sono 9000 i morti per troppo lavoro all'anno, una cifra altissima e che continua a crescere.
Le industrie giapponesi sono costrette a licenziare e così chi resta è costretto a lavorare 3 o addirittura 4 volte di più: in Giappone è considerato normale lavorare 60 ore a settimana, oltre allo straordinario che si deve fare, pena il licenziamento immediato.
Ma a questo bisogna aggiungere che lo straordinario spesso si fa a casa e non viene nè calcolato nè retribuito e i giapponesi non chiedono un pagamento per esse perchè quelle ore di straordinario rappresentano un atto di lealtà nei confronti dell'azienda.
E' quindi normale trovarsi di fronte a giapponesi che non cercano un equilibrio tra lavoro e vita privata e 4 su 5 rinuncerebbero alla famiglia per lavorare.
Non c'è da meravigliarsi se, oltre all'alto numero di suicidi, i giapponesi soffrano anche di solitudine: dedicando tanto tempo al lavoro, non hanno amici perchè trascorrono quel poco tempo libero a disposizione con gli occhi incollati a smartphone e videogame, lasciando fuori la vita reale.
Ed è per questo che nel paese nipponico stanno spuntando come funghi le agenzie che affittano amici per una cena  o un'uscita o addirittura genitori e parenti per matrimoni e funerali per evitare di apparire agli occhi degli altri dei perfetti asociali.
Un Paese pieno di contraddizioni e che ci fa riflettere: ogni volta che ci troveremo di fronte ad un prodotto giapponese, dobbiamo pensare sì alla qualità di quel prodotto, ma anche e soprattutto all'enorme impegno dei lavoratori che l'hanno realizzato, oltre al dolore e al sacrificio degli stessi.


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