mercoledì 25 settembre 2013

Il servizio de Le Iene sull'Ilva di Taranto

Nella prima puntata di ieri de Le Iene c'è stato il servizio di Nadia Toffa sulla città di Taranto, soffocata dall'Ilva.
La vicenda Ilva ha iniziato ad essere considerata dai telegiornali nazionali e dai politici italiani il 26 Luglio 2012 quando gli operai dell'Ilva scioperarono, bloccando le vie d'accesso e di uscita della città.
Nel servizio di ieri, la Iena Nadia ha intervistato diversi cittadini tarantini, tutti uniti da un elemento grave: la malattia che porta inesorabilmente alla morte.
Si parte da uno studio dell'Ilva che ha fatto un forte rumore quest'estate: la notizia riportava che da questo studio risulta che le cause dei tumori riscontrati negli operai dell'Ilva e dei cittadini tarantini sono da ricercare nel fumo di tabacco e nell'alcol.
Ma la realtà è ben diversa, la realtà dice che lo stabilimento ha sversato nell'aria in tutti questi anni sostanze nocive per la salute dell'uomo, determinando malattie nei cittadini di Taranto.
Diverse sono le fonti di inquinamento da parte dello stabilimento:
  • ci sono i parchi minerali a cielo aperto dove vengono ammassate tonnellate di ferro e carbone. Da qui immense nubi di polvere si alzano, andando ad inquinare l'aria della città. Negli anni l'Ilva ha cercato di arginare questo problema, costruendo prima delle collinette artificiali, poi ha tirato su delle reti e poi dei cannoni che sparano acqua sui parchi;
  • le due acciaierie che sputano ossido di ferro per trasformare la ghisa in acciaio;
  • le cokerie che producono ghisa rilasciando nell'aria il benzoapirene;
  • il camino 312 che 24 ore su 24 disperde nell'aria diossina, avvelenando coltivazioni e animali.
A pagarne le conseguenze non sono solo gli adulti e gli operai Ilva, ma soprattutto i bambini che al quartiere Tamburi non possono giocare nei parchi e inoltre vengono colpiti da gravissime malattie, spesso mortali.
Ma la malattia è dovunque, dietro ogni angolo, in ogni condominio, in ogni famiglia, come se una bomba atomica avesse colpito la città di Taranto.
A confermarlo è anche il primario di ematologia dell'Ospedale Moscati di Taranto, il dott. Mazza: ha dichiarato che un operaio che ha lavorato per 20 anni all'Ilva hanno l'80-90% di sviluppare tumori.
E un'ulteriore conferma viene dal registro tumori dell'Asl che ha registrato 8916 casi di tumore, ovvero 1 cittadino ogni 21.
A peggiorare la situazione c'è anche la raffineria dell'Eni e la Cementir e una nuova discarica per rifiuti pericolosi che potrebbe essere approvata in questi giorni proprio dal governo.
E allora quale futuro per questa città?
Come ha detto il giovane cittadino tarantino: "Non si deve scegliere se vivere o lavorare, noi vogliamo vivere e lavorare".


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