venerdì 26 luglio 2013

Malala, simbolo della lotta per il diritto all'istruzione

Qualche settimana fa una ragazzina di 16 anni ha parlato all'Onu di fronte a tantissimi leader mondiali.
Lei è Malala Yousafzai ed  è una ragazzina pakistana vittima della violenza dei talebani e la più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace.


Lo scorso 9 Ottobre Malala era sull'autobus che l'avrebbe riportata a casa dopo una giornata di scuola.
Era insieme ad altre sue due amiche quando un commando armato talebano le ha sparato, ferendola gravemente alla testa e al collo.
Il motivo per cui i terroristi le hanno fatto del male è perchè vedono in lei un simbolo di oscenità, ma in realtà Malala oggi rappresenta un simbolo di lotta per tutte quelle donne pakistane e non solo che vogliono combattere per il loro diritto allo studio e all'istruzione e per sconfiggere l'oscurantismo criminale degli integralisti.
Oggi Malala vive a Londra e si è sottoposta a diversi interventi chirurgici: il suo sogno è quello di diventare una dottoressa, ma nel frattempo non si stanca di far sentire la sua voce per dar voce a tutte quelle ragazze che sono vittima dei poteri politici e religiosi che commettono crimini in nome del maschilismo più assoluto.


In un documentario di Lucia Goracci, intitolato "Le bambine non vanno a scuola" , si racconta la storia di Malala e delle sue compagne, miracolosamente sopravvissute all'attentato del 9 Ottobre, e si parla anche di chi non ce l'ha fatta: non solo studentesse, ma anche insegnanti e presidi.


Oggi tutte quelle donne vivono nella paura, ma nonostante questo continuano ad andare a scuola per raggiungere quell'emancipazione che si meritano e per combattere l'ignoranza e la sottomissione.
Perchè l'istruzione è vita e come ha detto la stessa Malala
"Se lasciassimo che la paura prenda il sopravvento, che aiuto potremmo dare alle future generazioni?".


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