mercoledì 17 aprile 2013

Il giorno dopo l'attentato alla maratona di Boston

Il giorno dopo l'attentato alla maratona di Boston che ha causato la morte di 3 persone e ben 176 feriti si iniziano a fare le prime riflessioni.
Se all'inizio il Presidente Obama ha volutamente evitato di parlare di terrorismo, oggi lo fa, ma ancora non è chiaro se  si tratta di terrorismo internazionale (il pensiero va subito ad Al Qaeda) o di una pista interna che ha a che fare forse con il razzismo.
La seconda ipotesi emerge in virtù del fatto che ieri ricadevano diverse date importanti, come il 18esimo anniversario della strage di Oklahoma City, il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi o il Patriot's Day in Massachusetts.

Le vittime
Sono 3:si tratta di un bimbo, Martin, di 8 anni che era lì ad aspettare che suo padre arrivasse al traguardo. Insieme a lui c'erano la sorellina e la madre, entrambe rimaste ferite.
La seconda vittima è Krystle Campbell, 29 anni, sposata, era lì per assistere all'arrivo al traguardo di un suo amico.
La terza vittima è una ragazza cinese che si stava specializzando alla Boston University. I genitori hanno chiesto che la sua identità non sia rivelata.

Gli ordigni
Le bombe erano solo 2, esplose a distanza di 15-20 secondi l'una dall'altra ad un'ora dall'arrivo dei maratoneti big.
Uno degli ordigni era costituito da una pentola a pressione da 6 litri piena di esplosivo (un mix di fertilizzante a base di nitrato d'ammonio e solvente, facilmente reperibili) e frammenti di metallo,chiodi e cuscinetti a sfera.
Le bombe erano state nascoste in contenitori della spazzatura.


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