mercoledì 17 aprile 2013

Dentro la guerra civile siriana

A distanza di più di 2 anni dall'inizio della Primavera Araba che ha portato a forti scontri in molti Paesi Arabi, la situazione resta ancora critica in molte nazioni.
Tra queste,c'è la Siria.
Proprio nei giorni scorsi 4 nostri connazionali sono stati rapiti e dopo 9 giorni circa sono stati finalmente rilasciati e sono ritornati in Italia.
Ma in Siria la guerra civile sembra non trovare una tregua.
Ad oggi questa guerra civile ha già fatto 1 milione di profughi e 70 mila morti.
Nel Paese del vicino Oriente per le strade si combatte con armi di ogni tipo: da un lato c'è l'esercito di Bashar al-Assad, il dittatore che sta sparando sulla folla, e dall'altro c'è il gruppo libero siriano, composto dai militari disertori e dai volontari civili che hanno preso il controllo del Nord della Siria, la parte del Paese al confine con la Turchia.
In tutta la Siria, c'è una città che è ormai stata rasa al suolo: Aleppo.
Le telecamere de Le Iene, con l'inviato Pablo Trincia, sono giunte lì: la città fa davvero impressione, gli autobus sono usati come barricate, dovunque ci sono rottami, confusione e quartieri bruciati.
Oltre a questo, ci sono dovunque uomini che impugnano armi, non solo quelle leggere, ma anche mitragliatori e cannoni.
Ma il pericolo maggiore viene dal cielo, dagli aerei che bombardano continuamente la città.
Un altro aspetto che lascia senza parole sono i bambini: già a 12 anni parlano di morte e paura con una normalità e tranquillità impressionante, tutti come se fossero già pieni di odio nei confronti del governo e con un'unica ispirazione:quella di diventare un combattente.
Gli uomini che combattono contro l'esercito governativo non sono soldati, ma uomini semplici, uomini che prima erano fruttivendoli, commessi, tecnici di caldaie.
Sono uomini che combattono perchè vogliono far cadere il regime, vogliono liberare il loro Paese e vivere in pace.
Sono uomini che vogliono solo la libertà e la dignità e che, una volta ottenute, sono pronti a rinunciare alle loro armi.
Per ora, però, questa guerra porta già una grave conseguenza: il dolore e la disperazione delle persone che devono affrontare la morte improvvisa di un loro caro sotto le bombe  o per mano di un cecchino.
Per non parlare di tutti quei bambini innocenti che hanno visto finire la loro vita troppo presto.


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