martedì 29 gennaio 2013

Irena Sendler, salvò 2500 bimbi ebrei

La storia è stata fatta, oltre che da tanti uomini, anche da tante donne, ma spesso il loro coraggio e le loro azioni sono state tenute nascoste e non raccontate al mondo.
Tra le tante donne importanti della storia, c'è sicuramente Irena Sendler.
Nacque a Varsavia nel 1910 e da sempre, nonostante fosse cattolica, si è sentita vicina agli Ebrei.
Il mondo la ricorda per aver salvato 2500 bambini dal ghetto di Varsavia, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma come fece?
Quando nel 1939 i Tedeschi invasero la Polonia, gli sfollati erano migliaia e la fame iniziò a farsi sentire.
Il 15 Novembre del 1940 tutti gli Ebrei di Varsavia furono rinchiusi nel ghetto, vivendo così una vita da profughi nel loro stesso paese.
Il ghetto copriva un'area di 5 Km quadrati e col tempo i tedeschi abbassarono le calorie a soli 250 al giorno.
Quando Irena per la prima volta entrò nel ghetto come membro di un equipe medica ciò che vide la colpì: sembrava che il ghetto fosse l'Inferno sulla Terra, i bambini gettati a terra che morivano di fame, imploravano i passanti per avere un pezzo di pane e dopo qualche ora li trovavi già morti, coperti da un giornale.
La maggior parte di essi era orfana e se uno di loro fosse stato visto fuori dal ghetto, sarebbe stato ucciso all'istante.
La situazione peggiorò quando nell'Agosto del 1942 iniziarono ad essere deportati i bambini ebrei nei campi di sterminio.
Irena decise che doveva far qualcosa e riuscì così a portar fuori dal ghetto 2500 bambini attraverso diversi canali: alcuni venivano nascosti sotto la spazzatura e portati alla discarica, chiusi in un sacco o in una scatola, altri passavano attraverso le fogne o tramite degli edifici che avevano l'uscita fuori dal ghetto.
Quei bambini strappati alle loro famiglie e portati fuori dal ghetto erano traumatizzati e spesso chiedevano di tornare dai loro genitori.
Ma si da subito veniva loro fornita una nuova identità, nuovi documenti polacchi.
E' grazie all'operato di Irena che questi bambini sono sopravvissuti: per evitare che fossero scoperti i suoi segreti, teneva una lista con i nomi ebraici e i nuovi nomi ebrei dei bambini salvati.
Più che una lista, Irena segnava i nomi su strisce di carte che arrotolava e nascondeva nei barattoli della marmellata, in modo tale che, quando la guerra fosse finita, quei bambini avrebbero potuto ritrovare i loro genitori.
Non per tutti fu così: molti bambini persero entrambi i genitori, morti nei campi di sterminio, e così vissero una vita sotto un altro nome e con una nuova famiglia.
Nel 2007 Irena non vinse il premio Nobel perchè le sue azioni erano troppo lontane nel tempo e morì nel Maggio 2008, lasciandoci un esempio di semplicità e umanità.
"Quando un uomo sta affogando, ha bisogno di una sola cosa: una mano"


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