lunedì 15 ottobre 2012

I prigionieri di Auschwitz

Visitare Auschwitz vuol dire venire a conoscenza di tante cose che sui libri di storia non troveremo mai.
Una volta varcata la soglia del campo di concentramento, ci si immedesima sin da subito in chi è stato lì 70 anni fa ed ha trovato la morte.
Chi erano i prigionieri di Auschwitz?
Erano uomini, donne e bambini, soprattutto gente colta perchè per i Tedeschi gli intelligenti e chi sapeva troppo erano scomodi.
I primi furono, perciò, uomini politici, filosofi, professori, preti, avvocati.
Venivano scartati coloro che non sapevano leggere e che sapevano contare solo fino a 500.
All'inizio furono deportati solo gli uomini politici polacchi, ma successivamente i prigionieri arrivarono da tutta Europa.
Ad ognuno di loro, una volta dentro, veniva rasata la testa e veniva tatuato sul braccio un numero che diventava il loro numero di identificazione.
Portavano una fascia il cui colore indicava il loro "reato": rosso per i politici, giallo per gli ebrei, nero per gli zingari, rosa per gli omosessuali e verdi per i criminali.
Come arrivavano ad Auschwitz?
Tutti arrivavano in treno, dentro a vagoni di 20 mq c'erano anche 120 ebrei.
Il viaggio durava anche 10 giorni (soprattutto per i greci) e all'arrivo l'80% di essi era già morto per soffocamento o per fame o per sete e chi sopravviveva spesso impazziva.
Tutti gli ebrei furono convinti a salire su quel treno con l'inganno: tutti loro pensavano, infatti, di essere deportati per abitare in aree dell'Europa orientale.
Ed è per questo che portarono con loro gli oggetti più preziosi, oggetti che finirono poi per arricchire la Germania stessa.
Spazzole, bagagli, pentole, occhiali, scarpe: tutti questi oggetti sono osservabili nel museo di Auschwitz, in numeri enormi, inimmaginabili.
Eppure quelli sono solo alcuni dei tanti oggetti degli ebrei.
Una volta arrivati, si procedeva con la scelta della destinazione: solo i più abili continuavano a vivere, svolgendo lavori pesanti; tutti gli altri, come gli anziani, i bambini, le donne fragili e deboli morivano subito.
Cosa mangiavano?
La loro dieta prevedeva dalle 1300 alle 1500 calorie giornaliere.
A colazione mezzo litro di caffè; a pranzo un litro di minestra con verdure avariate; a cena 350 gr di pane duro + 30 gr di margarina.
Le donne arrivavano a pesare anche 25 kg e, in effetti, molte resistevano qualche mese, prima di abbandonarsi alla morte.

La morte aveva diverse facce ad Auschwitz: si moriva di fame, per le malattie e per le epidemie, si moriva perchè non si era in grado di reggere il lavoro sovrumano o semplicemente si moriva fucilati, impiccati o nelle camere a gas.
In quelle camere, spacciate per docce, i prigionieri entravano nudi: dalle aperture sul soffitto veniva lanciati dei sassi di cianuro che, a contatto con l'aria, causavano la morte rapida.
Una volta che tutti non respiravano più, le SS entravano, estraevano i denti d'oro dai cadaveri, li rasavano e li portavano nei forni crematori per bruciarli.
Le ceneri venivano usate come fertilizzanti o gettate nei fiumi e negli stagni; i capelli usati per fare stoffe e i denti d'oro venivano fusi in barre.

C'è una frase del medico nazista Kremer, che lavorò ad Auschwitz, che riassume l'aria di terrore e orrore che si respirava in quel campo di sterminio: 
"In confronto a questo l'Inferno di Dante mi sembra quasi una commedia".


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