sabato 15 settembre 2012

La dolce morte dell'eutanasia

L'altra sera DOC3 ha affrontato, attraverso uno dei suoi documentari, un argomento difficile: quello dell'eutanasia (per rivedere il documentario cliccate qui).
A differenza di altri articoli, servizi, speciali, questo documentario ha semplicemente raccontato la storia di un uomo e della sua scelta di porre fine alla sua vita.
Lui è Craig Ewert, 59 anni, americano, malato di SLA, la sclerosi laterale amiotrofica.
Sposato da 37 anni con Mary, è stato insegnante di Scienze informatiche: amante dei viaggi e della vita, fin quando però la malattia lo ha portato su una sedie a rotelle e a pensare al suicidio come l'ultimo gesto per scrivere la parola "fine" ad una vita che non ha più motivo di essere vissuta.
L'uomo si rivolge ad una clinica in Svizzera, la Dignitas, che, legalmente, permette, a chi ne fa richiesta, di suicidarsi.
Il dottore della clinica, soprannominato Dottor Morte, è in realtà un avvocato che, fino ad oggi, ha accettato 700 richieste di suicidio da tutto il mondo.
Il dottor giustifica il suicidio, in modo particolare quando serve per uscire da una situazione insostenibile, come può essere quella di un malato terminale, ma lo rifiuta quando a voler morire sono persone sane, come nel caso di una anziana donna che, non sopportando l'idea di vivere senza il marito, voleva farla finita.
Il documentario è emozionante, a tratti forte e doloroso, ma fa riflettere: un uomo, ancora capace di intendere e volere, che prende una decisione così difficile e che non avrebbe preso se avesse avuto delle alternative, che decide di dire addio per sempre a sua moglie e ai suoi figli perchè si vede ormai "come un guscio vuoto" e chiede di ascoltare il primo movimento della nona sinfonia di Beethoven nei minuti che precedono la morte.
Emozionanti le sue parole, eccone alcune:
"...suicidarsi è sbagliato,Dio ha proibito il suicidio e nessuno può sostituirsi a Dio e toglierti la vita, ma il respiratore si è già sostituito a Dio, le apparecchiature tecnologiche lo hanno già fatto altrimenti sarei già morto..."
"... un cristiano non direbbe mai: dobbiamo fermare i trapianti di organi, dobbiamo smettere di salvare i prematuri, dobbiamo farli morire. Solo quando si può alleviare la sofferenza non possiamo sostituirci a Dio..."
E alla fine ci lascia comunque un messaggio di speranza, dicendo: 
"Nessuno sarà del tutto scomparso finchè anche una sola persona ricorderà il suo nome"


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