giovedì 30 agosto 2012

La diga di Farakka che cambia il Gange

Il documentario di ieri di DOC3 ha portato all'attenzione di tutti un problema di cui poco si parla nel mondo: la diga di Farakka.
La diga fu completata nel 1970: inizialmente fu considerata come un'opera innocente da parte dell'India, costruita con lo scopo di salvare il porto di Calcutta dall'insabbiamento.
Ma a distanza di anni diversi Paesi, tra cui il confinante Bangladesh, si sono resi conto di come questa diga, considerata il nuovo tempio dell'India contemporanea, abbia cambiato l'intera geografia della zona.
Il documentario, intitolato "Char, l'isola che scompare" racconta ciò che è successo in Bangladesh e lo fa attraverso la storia di un ragazzino, Rubel, che per sopravvivere è costretto a contrabbandare il riso tra il Bangladesh e l'India, rischiando anche la morte.
La diga di Farakka (indicata dalla lettera A nella foto) ha cambiato il corso del fiume Gange, creando fragili isole tra le acque.
Una di queste è Char (nel cerchietto rosso nella foto in alto), duramente colpita dalla scarsità dell'acqua che, nel corso degli anni, ha causato grandi perdite nel settore agricolo, nella pesca, nella silvicoltura, nell'industria, nella navigazione.
Non solo.
La scarsità dell'acqua ha portato anche a danni mortali a causa di inondazioni, siccità, salinità eccessiva.
Queste fragili isole che nascono dal Gange sono costrette ad avere breve vita: quando l'acqua del fiume si ritira, inizia l'erosione delle coste e piano piano lì dove prima c'era un'isola, un villaggio, una casa, ora c'è solo acqua.
Come in una sorta di gara tra terra e acqua, le piccole isole sorgono e scompaiono, portando con sè anche tanti morti e costringendo la gente a spostarsi continuamente e a "smontare" la propria casa, mattone dopo mattone, per ricostruirla in un altro posto.
La sfortuna del Bangladesh sta nell'occupare la parte finale del bacino idrografico del Gange, controllato a monte dall'India.
Nonostante il trattato internazionale del 1966 con il quale l'India si impegnava a dare metà dell'acqua al Bangladesh, le cose oggi non sono cambiate.
E' più importante il profitto legato alla produzione di energia e alla gestione dell'acqua oppure le persone, i popoli e la loro esistenza?


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