venerdì 13 luglio 2012

Il Vittoriano, simbolo di unità e libertà

L'altro giorno sono stata a Roma, la città eterna: solo per poche ore, ma è bastato per rendermi conto di quanti turisti siano attratti dalla bellezza della capitale italiana e da tutta la storia che è racchiusa in tutti i suoi monumenti.
Tra le tante attrazioni ce n'è una, spesso trascurata, ma molto importante per la storia dell'Italia risorgimentale: mi riferisco al Vittoriano, altrimenti conosciuto come Altare della Patria.

In un servizio dell'altra sera di Superquark, Alberto Angela ha raccontato nel dettaglio tutti gli elementi che costituiscono questo monumento, situato a poco più di un chilometro dal Colosseo, simbolo della città di Roma.


Il Vittoriano è alto 81 m e largo 135 m, tutto in marmo bianco (botticino, tipico della città di Brescia) e il suo nome non deriva dal termine vittoria, bensì da Vittorio Emanuele II, padre della patria, colui che ha unito l'Italia.
Il monumento fu realizzato in 50 anni e si ispirò all'antichità: si presenta con un colonnato centrale, ai due lati due strutture simili a due templi su cui ci sono le quadrighe con le vittorie alate.
Al centro una lunga scalinata in cima alla quale vi è la tomba del milite ignoto.
Il monumento si presenta come un grande abbraccio per il popolo: in basso vi sono delle statue che rappresentano i valori ideali degli Italiani: il pensiero, l'azione, il sacrificio, il diritto, la forza e la concordia.
La scalinata centrale porta al monumento del milite ignoto: in quella tomba è sepolto un soldato sconosciuto, caduto durante la prima guerra mondiale, e che oggi viene vegliato da un picchetto d'onore, con turni di un'ora l'uno.
Quel soldato rappresenta tutti i soldati caduti in guerra per la libertà del nostro Paese.
Ogni anno, il 2 Giugno, si rende omaggio a loro attraverso la famosa sfilata delle forze armate italiane e le frecce tricolore che sfilano nel cielo di Roma.
Il soldato fu scelto tra i tanti corpi di soldati morti in guerra e fu una madre a decidere; il feretro attraversò poi tutta l'Italia.
Il cuore dell'intero monumento è rappresentato dalla statua in bronzo dorato di Vittorio Emanuele II su di un cavallo che sembra marciare verso Roma: una statua gigantesca e pare che nel ventre del cavallo sia stata allestita una sala da pranzo per gli operai che si sono occupati del lavoro.
Sotto la scalinata vi è il museo del Risorgimento: durante una mostra, ebbi modo di vedere al suo interno non solo le divise dei soldati e le loro armi, ma anche le lettere d'amore scambiate con le fidanzate, le mogli e le madri, ansiose di rivedere il proprio marito, fidanzato o figlio.
Ancora più impressionante per la sua maestosità è il colonnato, composto da colonne alte più di 20 m in stile corinzio.
Ma l'intero monumento è ricco di decorazioni, tutte con uno specifico significato: l'alloro rappresenta la pace vittoriosa, la quercia la forza, la palma la vittoria, l'ulivo la concordia e così via.
In cima alle colonne vi sono poi delle statue che rappresentano le regioni: in realtà sono 16 perchè, al tempo di costruzione, non facevano ancora parte dell'Italia la Val d'Aosta, il Friuli, il Molise e il Trentino.
Ai lati del colonnato vi sono i due templi sui quali ci sono le quadrighe con le vittorie alate, proprio come negli archi di trionfo.
Il Vittoriano è quindi un simbolo dell'unità della nostra nazione e della libertà: un viaggio nella storia che ci serve a ricordare quelli che sono stati i valori e il sacrificio delle generazioni passate a favore di quelle future.


2 commenti:

  1. Sappi, cara ragazza (chi ti scrive potrebbe essere tuo padre!) che la prima guerra mondiale non fu acombattuta affatto per la libertà del nostro Paese, ma solo per una sua ulteriore espansione territoriale, Trento, Trieste e relative regioni. A farne le spese furono i malcapitati Sudtirolesi, i quali non erano minimamente interessati ad entrare a far parte del regno d'Italia ma, visto l'esito della guerra.....Va detto che la cosa ha riguardato pure la stragrande maggioranza dei trentini di lingua italiana, a parte una sparuta minoranza di filoitaliani alla Battisti, per intenderci. Te lo dico con assoluta conoscenza di causa. Cordialità

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  2. Ti ringrazio per il commento e per la tua gentilezza.
    Non capita spesso di trovare commentatori così cordiali.
    Ogni cosa è utile all'informazione generale!

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