martedì 28 febbraio 2012

In Time: e se il tempo fosse denaro?

In questi giorni ho avuto modo di vedere il film fantascientifico "In Time" con Justin Timberlake, conosciuto più nel mondo della musica che del cinema.
La trama non è poi così tanto originale: infatti, i protagonisti sono due fuggitivi, lei ricca e lui povero, che cercano di sfuggire alla polizia, o meglio ai custodi del tempo.
Il tempo: è proprio questo il motore di tutta la pellicola.
Il film è infatti ambientato in un futuro non tanto lontano, dove non si invecchia, ma si conserva per sempre (o meglio per quanto tempo ti resta) l'aspetto dei tuoi 25 anni.
Il tempo è il mezzo di pagamento per ogni cosa: un semplice caffè costa 4 minuti della tua vita, una notte in un motel un mese, un auto di lusso 60 anni.
E così, anche in questa società, c'è chi è povero ed ha letteralmente i minuti contati e c'è chi è ricco e può essere immortale.
In time, aldilà di tutto, ci offre spunti di riflessione: il semplice fatto di vedere diminuire i giorni della nostra vita solo per aver bevuto un alcolico al bar o aver acquistato un abito ci mette addosso un bel po' di ansia; ma, dall'altro lato, ci permette di dare un peso e un'importanza a ciò che facciamo nella vita.
Quell'orologio della vita color verde, fisso sull'avambraccio, è un modo per ricordarci che la vita è una sola e va vissuta nel modo migliore possibile, senza sprechi nè perdite di tempo.
Eppure, nel film, c'è chi è immortale, ma infelice e stanco di vivere tanto da scegliere di donare il proprio tempo ad un altro.
In un futuro potrà davvero essere così?
E se sì, si potrà realmente essere stanchi dell'immortalità, così tanto desiderata dagli uomini di oggi?



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