martedì 1 febbraio 2011

E' giusto portare il dolore in tv?

Stamattina ancora un' altra delusione da parte della tv degli ultimi tempi: dopo Barbara d'Urso che ha sbandierato ai quattro venti il dolore e le pessime condizioni di Francesco Nuti per fare audience, oggi è stato il turno di "Mattino Cinque", trasmissione del mattino condotta dalla Panicucci e Del Debbio.
La vicenda presentata questa volta è stata la notizia di cronaca di pochi giorni fa riguardante la morte di un giovane 15 enne, investito da un'auto impazzita sotto gli occhi del gemello.
Mi è sembrato tutto assurdo: assurde erano le domande che il conduttore sottoponeva al gemello, distrutto dalla perdita del fratello, assurde erano le immagini della loro infanzia, assurdi sono stati i servizi e le parole usate per raccontare in breve il fatto.
Il dolore, così come ogni altro sentimento, sia negativo che positivo, deve essere vissuto da soli, non mostrato agli altri, è qualcosa di noi stessi che tale deve rimanere.
Questa triste vicenda mi ha solo portata a ricordare una simile storia, protagonista dell'ultimo film di Clint Eastwood, "Hereafter", in cui due fratelli gemelli vivono la stessa esperienza: uno dei due infatti muore investito da un auto sotto gli occhi del fratello, il quale finirà per fidarsi di un sensitivo per dire, per l'ultima volta, allo spirito del fratello quanto sente la sua mancanza e quanto bene gli ha voluto, gli vuole e gli vorrà.


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